Perché è nato Over There
di Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli
Da sempre abbiamo improntato la nostra linea editoriale in un modo.
Parlare di cultura.
Cinema, serie tv, arte, letteratura, musica, sport e molto altro.
Anche se non fa moda, anche se non porta tanti soldi.
Ci siamo imposti due regole e vi assicuriamo che non saranno mai trasgredite.
Non parleremo mai di gossip e cronaca nera.
Le sentiamo anche noi certe notizie. Ci siamo accorte di come vengono sviscerate, di come la vita delle persone venga fatta a pezzi e abbiamo deciso che questa immondizia non fa per noi.
E’ puro sciacallaggio, non giornalismo.
Persone comuni seguite nei loro spostamenti perché parenti delle vittime o del carnefice, le stesse vittime colpevolizzate e fatte a pezzi sia da vive che da morte.
Ve lo diciamo a chiare lettere: fate vomitare. Non è fare informazione.
Paesini trasformati in luoghi dell’orrore.
E non viviamo nemmeno nel mondo dell’Iperuranio: sappiamo perfettamente che esiste al mondo gente morbosa che vive per poter leggere queste notizie.
Nostra la linea editoriale, nostri i lettori. Decidiamo noi il nostro pubblico e quella gente nel nostro sito non la vogliamo.
Nel libro “L’idiota” di Dostoevskij viene scritta questa frase: “La bellezza salverà il mondo.”
Ed è una cosa di cui siamo convinti anche noi.
C’è tanta bellezza al mondo che non viene raccontata, presi come siamo a vedere il marcio, il cattivo, il complotto.
Noi vogliamo raccontarvela.
Lo staff di Over There è composta da gente che non crede a quelli che pensano che l’essere umano sia un cancro sulla Terra. Siamo convinti che l’umanità abbia contribuito alla creazione di opere che, a volte, hanno del miracoloso. Opere d’arte come La pietà di Michelangelo o La sinfonia n°5 di Beethoven, o ancora la Bibbia di Gutemberg – la prima bibbia stampata in caratteri mobili che ha reso possibile per ognuno di noi la lettura – la scoperta della penicillina e potremmo continuare a lungo su quante cose l’essere umano con la sua intelligenza, con la sua inventiva, la sua creatività ha contribuito a rendere migliore la vita delle persone.
Di Chiara Liberti:
Il termine “cultura” deriva dal latino “còlere”, da cui a sua volta derivano i lemmi “coltivare” e “culto”. Possiede quindi un ventaglio amplissimo di significati, che vanno dal semplice lavoro manuale della coltivazione, all’atto dell’abbellire ed adornare, alla moralità degli atti celebrativi, fino alla pratica dell’esercitare ed esercitarsi.
Riunendo insieme tutti questi significati, potremmo dire che la cultura è qualcosa che va esercitato – non solo appreso – e che contribuisce ad abbellire la persona, perché aiuta ad ampliare gli orizzonti e ad osservare traguardi che vanno ben più in là del proprio naso. La cultura è una nuova scoperta scientifica, ma è anche una musica che fa vibrare l’anima, un film che emoziona, un libro che non ci stancheremmo mai di avere sul comodino. Cultura è tutto ciò che ci rende ricchi dentro, a volte anche a scapito della personale ricchezza monetaria. Cultura è anche attualità, giacché riflettere solo su glorie passate rischia di diventare mera celebrazione e nulla più.
Ma cultura non è e non sarà mai la speculazione morbosa di alcuni pseudo-giornali o programmi televisivi, che sottopongono le persone a processo mediatico ben prima che gli organi competenti facciano il loro dovere. Se l’attualità è doverosa perché è una riflessione costante sul mondo che ci circonda, le cronache da gossip – per noi di Over There – sono qualcosa da lasciare volentieri ad altri tipi di testate e blog. Non per snobismo, ma per una giusta presa di posizione nei confronti di coloro che finiscono sotto la lente di ingrandimento mediatica.